Caselle TorineseCaselle Torinese (Caseli in piemontese) è un comune di oltre 18.000 abitanti della provincia di Torino. Si trova alla sinistra del fiume Stura di Lanzo.
LUOGHI DI INTERESSE ARTISTICO E STORICOCastello Savoia-CarignanoÈ opinione comune che il Castello sia stato costruito dai Signori di Caselle che vi posero la loro residenza. Già prima del 1174 si parla di giudici istituiti presso il Castello. Quasi certamente i primi furono i Ducco che intorno al 1200 erano padroni del Castello di Caselle e di molti terreni intorno. Con il matrimonio del 1297 tra Margherita di Savoia e Giovanni del Monferrato, il Castello passa in mano alla casata sabauda. Il principe Edoardo, fratello di Margherita di Savoia (Castellana tra la fine del XIII secolo e gli inizi del XIV secolo), in nome di questa e del padre Amedeo V si prese cura del Castello di Caselle. Tra gli affreschi esterni che si possono ancora oggi ammirare nelle corsiere nel cortile del Castello, oltre alle figure di vari personaggi, si nota, affrescato e ancora nitido, lo stemma del principe Tommaso Savoia-Carignano che ricevette il beneficio del Castello nel XVII secolo (intorno al 1626). Il Principe Tommaso Savoia-Carignano ebbe cura di ristrutturare il Castello in certe parti ormai fatiscente. Infatti è da ricordare che, dopo i provvedimenti della marchesa Margherita per sistemare l’edificio negli anni 1306 e 1307, il Castello fu distrutto e più volte riedificato con le mura già erette su altre più vetuste diroccate, quando i duchi di Savoia vollero dargli il carattere di fortezza. Nel 1899 fu drasticamente ridotta l’altezza della torre. Attualmente è sede di una Scuola Materna privata e di alcune Associazioni. Palazzo ComunaleIl Municipio di Caselle T.se ha una storia quanto mai ricca che affonda le sue radici nel XVI secolo. Una volta, in quel tempo, era un convento dei Padri Servi di Maria. A Caselle T.se i Servi di Maria giunsero nel 1501 chiamati dai nobili conti di Provana, patroni delle parrocchie di Leinì, Vigone e di San Giovanni in Caselle e fondarono il Santuario della Madonna del Popolo ed attiguo convento fuori le mura successivamente trasferito nell’attuale Palazzo Comunale. Nel 1564, l’8 febbraio, i Servi di Maria ebbero dal cardinale d’Aragona Innico Davolos, visitatore apostolico per la Diocesi di Torino. La reggenza della Parrocchia di San Giovanni vacante a causa delle terribile peste. Da quell’anno la traccia dei Padri Servi di Maria fu sempre più profonda nella nostra Comunità, alla quale lasciarono preziose testimonianze della loro opera. Una delle principali tra queste è la preziosa pala d’altare del celebre pittore Defendente Ferrari attualmente conservata nel vicino Palazzo Mosca. Da vedere sono anche i due busti in terracotta posti agli angoli esterni dell’attuale Municipio. Palazzo MoscaNel corso dei secoli l’Amministrazione pubblica di Caselle cambiò più volte sede. All’inizio del 1700 si procedette all’acquisto di un fabbricato presso la bottega del fornaio di piazza e verso la metà del secolo (contratto del 3 luglio 1764) si costruì una parte della casa comunale composta da tre arcate soltanto in attesa che il proprietario attiguo vendesse la sua proprietà confinante per completare l’opera. L’operazione fu conclusa nel 1792, ma a causa delle guerre napoleoniche i lavori rimasero bloccati. Nel 1821 si riprese la costruzione fino all’approvazione dei lavori del collaudo all’opera progettata dall’ing. Giuseppe Formento e realizzata dall’impresario Somazzi. Le linee dell’edificio ricopiano lo stile dell’ing. Carlo Bernardo Mosca, famoso in Torino per molte sue realizzazioni ed in particolare del famoso ponte sulla Dora. A Caselle l’edificio così realizzato fui chiamato Palazzo del Mosca o Palazzo dell’Ala per la protezione che offre con i suoi ampi portici. Al suo interno è conservata la pala d’altare denominata “Madonna del Popolo” opera dell’inizio del XVI secolo del Defendente Ferrari. |
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Chiesa di San Giovanni EvangelistaLa prima memoria della parrocchia di San Giovanni Evangelista risale all’anno 1174. la chiesa presenta lo stile barocco piemontese di tipo mistico di fine del XVIII secolo. L’epoca è facilmente individuabile nel tratto fra l’ingresso ed il campanile. Nell’interno si presenta con la pianta a tre navate di tipo classico ed il debole slancio delle arcate che sono ancora legate dagli schemi tradizionali, rappresentano le costruzioni religiose di un tempo. La facciata venne più volte rifatta con taglio degli angoli esterni sporgenti per ampliare la via provinciale, che un tempo passava proprio davanti alla chiesa. La demolizione degli angoli della facciata per ampliare la strettoia di via Torino – allora era l’antica strada nazionale – fu fatto nel 1861 per ordine dell’amministrazione comunale, anche perché aveva avuto rimostranze da re Carlo Alberto e da Vittorio Emanuele II perché le loro truppe non potevano passare per questa via così stretta per andare al campo di San Maurizio (o San Francesco?) per le manovre. Nella demolizione del pilastro che si trovava sulla destra del Battistero si rinvennero tracce in cotto probabili resti di una chiesa più antica. La ricostruzione, dal 1861 al 1864, della chiesa fu fatta su progetto del casellese arch. Conte dell’Isola-Molo Gioachino. Sono opera sua anche il transetto, la cupola, il presbiterio, le due cappelle a lato, la balaustra semicircolare in marmo nero di Como, i balaustrini rossi, la porta in ferro e l’altare maggiore. Durante i lavori il famoso architetto veniva tutti i giorni da Barbania, dove abitava, a Caselle per seguire i lavori unitamente al barone Bianco di Barbania e al dott. Modesto Boschiassi dei quali era amico. Il timpano, la struttura delle finestre, la lesenatura e l’assenza di movimento di massa indicano la costruzione comune della fine del 1600. L’annessa casa parrocchiale è datata 1906. Cappella della MadonninaEra inizialmente un pilone votivo del XV secolo. Nel 1658 fu ampliata la Cappella ad opera dei mastri Torrione e, nel 1785, l’arch. Grossi costruì, rifacendola, l’odierna Cappella conosciuta da tutti come la “Madonnina”, ma che ha un nome più preciso: Madonna del Pilone. Il pilone centrale ha dei bellissimi affreschi interni, quasi certamente del Cinquecento, di autore ignoto. Le opere rappresentano sulle pareti una Crocifissione e una Deposizione dalla Croce e, nell’abside, una Strage degli innocenti. Altri due affreschi, ancora più pregevoli, sono la Vergine che allatta il Bambino Gesù attorniata da San Giovanni Battista e da San Benedetto da Norcia, e l’altro i Santi Sebastiano, Antonio e Cristoforo. Tra l’altro, ancor oggi nella Cappella della Madonnina viene conservato un quadro ex-voto dell’anno 1708 a ricordo dello storico passaggio delle truppe francesi, da cui essa non venne mai toccata. Chiesa dei BattutiUn gioiello di architettura nel cuore di Caselle T.se, in piazza Boschiassi. Una chiesa edificata all’inizio del XVIII secolo (infatti l’architrave esterna porta l’iscrizione con la data del 1721). Non è noto con assoluta precisione il nome dell’architetto (si presume che possa essere Costanzo Michela di Agliè). I costruttori furono i capomastri Borrione di Graglia. Generosi mecenati furono i confratelli delle tre Confraternite che in quel tempo esistevano a Caselle: Santa Croce, Santi Pietro e Paolo e Santo Spirito. Guardando la facciata dolcemente protetta dal displuvio si resta conquistati dal suo rustico, con i mattoni lavorati a risega. Tutto il corpo dell’edificio è completato dall’elegante campanile che bene si intona con la vicina costruzione di Palazzo Mosca. L’interno è ricco di superbe colonne corinzie, di stucchi e di pitture che danno eleganza e grazia. Nel sotterraneo del coro e delle cappelle vi è il sepolcro dei fratelli Quadro e dei confratelli delle tre Confraternite. La decisione di costruire i Battuti fu presa nel 1719 con sede di fronte al Castello, là ove sorgeva un’antichissima chiesa abbandonata dedicata a San Pietro Apostolo. La costruzione fu terminata nel 1721. In questa chiesa si raccolsero per molti anni i “battuti, di Caselle, i quali in speciali occasioni si vestivano con camice e cappuccio percorrendo le vie cittadine flagellandosi il corpo. Di notevole interesse sono le tele conservate in questa chiesa e recentemente restaurate. L’organo, collocato sopra la porta centrale della chiesa ed arricchito da un’elegante tribuna decorata, è stato messo in funzione nel 1743. Chiesa di Santa Maria AssuntaIl primo documento in cui compare l’esistenza della chiesa di Santa Maria reca la data del 1252 ed è il rogito del notaio Jacobus Enginatus. Attraverso i secoli il primitivo stile romanico subì varie modifiche ed ampliamenti fino ai giorni nostri. Oggi la facciata della chiesa, fatta nel 1897, è un artistico monumento di arte neorinascimentale dell’ing. Paolo Maccarelli, purtroppo sacrificata nel 1957 per esigenze aeroportuali del magnifico campanile alto 45 metri, mozzato fino a 26 metri. Successivamente è stata costruita simmetricamente una mezza torre che appare in facciata. Nell’interno si possono ammirare delle bellissime cappelle: la prima a destra è dedicata al Crocefisso, con sculture della scuola del Clemente; la seconda è dedicata alla Madonna; la terza riproduce le linee della grotta di Lourdes; a sinistra la prima è dedicata a San Giuseppe; la seconda al Sacro Cuore. Grandioso è l’altare maggiore su cui domina il quadro dell’Assunta, opera del Morgari. Alle pareti del presbiterio si notano affreschi che riproducono scene della vita della Madonna. La decorazione della chiesa e gli affreschi fatti nel 1922 sono del prof. Angelo Rolandi di Volpiano. Cappella di Sant’AnnaIl barone Carlo Giacinto Bianco di Barbania nella tenuta casellese di Sant’Anna sostituì nel 1843 la piccola cappella ivi presente con una bella chiesetta e l’abitazione attigua del Cappellano. Fornì la nuova chiesa di arredi sacri pregevoli e di ogni altra cosa necessaria per il culto. Fece erigere un nuovo altare con l’artistica rappresentazione dell’Immacolata Concezione e quindi, per simmetria, l’altro altare, dedicato a San Carlo Borromeo. Nell’abside, dietro la statua di Sant’Anna, fece disegnare il suo stemma che ancora si conserva. Sempre all’interno si può ammirare una pregevole Via Crucis in tela dai bellissimi colori naturali e un gruppo scultoreo dell’Annunciazione. Accanto al settecentesco pulpito è collocato il confessionale dove attendeva alle confessioni San Giovanni Bosco, del quale il barone era grande amico e benefattore. In questo luogo di pace e di riposo, nel mese di luglio 1858 arriva, proprio su invito del barone, per la prima volta a Caselle T.se Don Giovanni Bosco per la festa della Borgata. In tale Cappella, domenica 29 luglio 1860, ricevette l’ordinazione sacerdotale il futuro beato Don Michele Rua, primo successore di Don Bosco. La bella chiesetta venne restaurata ed abbellita nel 1980 e nel 1998 è stato fatto una splendido recupero delle decorazioni e degli affreschi interni. |